venerdì 27 ottobre 2017

Progetto #bastautodovenonservono - studio preliminare

IL VELOCIPEDE AL POSTO DELL'AUTOMOBILE... SECONDO ME 

Di Giacomo Righi

L'elaborazione del progetto avanza. 
Attualmente il delta a trazione anteriore diretta ci appare la strada più redditizia; quindi, prima di passare all'azione direttamente sul pezzo, dedichiamo un po' di tempo alla ricerca dei compromessi e delle idee che potrebbero migliorare l'ottimizzazione del progetto. 

Avendo già fatto una comparazione pratica con il Tamber di Marco ( QUI il collegamento ), gli rubo una foto e comincio a pasticciare su quella. Ridisegnando sovrapposte alla foto le parti che potrebbero beneficiare di riposizionamento otteniamo questo bel paciugo:





Ma sostituendo la foto sullo sfondo con una parete bianca possiamo identificare forma e proporzioni di questa bozza:

Rispetto all'originale ho fatto una serie di variazioni: l'abbassamento dei sedili e del movimento centrale servono ad abbassare il baricentro, e sempre allo scopo di aumentare la stabilità anche senza passeggero ho portato le ruote posteriori leggermente più avanti. Per migliorare la comodità del passeggero ho ipotizzato di distanziare i sedili di circa 70 centimetri, una decina in più dell'originale; purtroppo il riposizionamento delle ruote rende più scomodo l'accesso al sedile posteriore, bisognerà valutare se l'allargamento di carreggiata che ho previsto sarà sufficiente per passare o se sarà necessario rendere il sedile anteriore ribaltabile (più o meno come sulle autovetture a 3 porte). Non può sfuggire all'attenzione la nuova forma del manubrio, che prevede di poter basculare liberamente avanti e indietro: oltre a rendere migliore l'accessibilità, evita di avere parti metalliche rigidamente puntate al petto. 

Faccio notare la posizione, radicalmente diversa, del cannotto di sterzo, che merita un discorso a parte. Non è sede per un poema dedicato all'avancorsa, mi limito a evidenziare che il cannotto è inclinato di circa 45° rispetto al terreno: per una bicicletta sarebbe un angolo inconsueto, e causerebbe alcuni problemi bella guida, ma per un veicolo che è destinato a rimanere parallelo al piano stradale potrebbe avere una serie di vantaggi. 
Innanzitutto si può avvicinare l'asse di sterzo al bacino del ciclista senza portare indietro anche la ruota anteriore: ne beneficiano la stabilità in curva e in frenata, e la facilità di seguire lo sterzo con le gambe. Inoltre la spinta che si esercita sui pedali è meno perpendicolare all'asse dello sterzo, cosa che non solo riduce il piccolo disturbo sul manubrio dato dalla pedalata, ma migliora seppur di poco anche la resa della pedalata stessa. Un fatto un po' più complicato da intuire è che realizza un comportamento analogo a quello che sulle automobili è chiamato sterzo a rapporto variabile: quando si va dritti, muovere il volante (pardon, il manubrio) di un certo angolo produce un effetto molto piccolo sul raggio della curva, ma quando si insiste a girare lo sterzo la rapidità con la quale si stringe la curva aumenta nettamente. Il vantaggio del sistema è un aumento della precisione di guida in rettilineo (utile per esempio in una discesa veloce, o quando si pedala con forza) senza perdere l'agilità di poter manovrare in spazi ristretti. Infine, il diverso angolo riduce l'ingombro del telaio nella zona anteriore, facilitando l'accessibilità, e in teoria limita anche l'inquietante presenza di una porzione di telaio proprio LÌ. Purtroppo però, se si vuole far sparire il cannotto di sterzo sotto al sedile, le misure diventerebbero troppo estreme, come si vede da quest'altra bozza:



Qui l'angolo del cannotto dal suolo è minore di 35°, con conseguenze difficili da prevedere nel comportamento stradale, ma soprattutto con un ulteriore peggioramento del rischio di strisciare i talloni a terra quando serve fare una curva molto stretta. 

Per ora i prossimi passi saranno legati alla sperimentazione su modelli, perché osare geometrie inconsuete su un progetto che ha l'obiettivo molto impegnativo di porsi come alternativa all'automobile non è affatto saggio. Grazie al Lego muoviamo i primi passi, poi... vedremo! 



3 commenti:

bitzo ha detto...

molto interessante! perche' non sei partito dalle geometrie della rev per l'anteriore?

EBS ha detto...

Ciao Giacomo,
il tuo è un progetto davvero interessante che seguo con interesse e devo dire che, rispetto ad un quattro route, ci sono un certo numero di vantaggi non da poco quali:

- Peso
- Meccanica semplificata
- Ottimizzazione attriti e tiro catena
- Maggiore facilità a carenarlo

Anche la stabilità del mezzo, come hai dimostrato, è ottima ed è dovuta alla trazione anteriore che da una mano in quel senso.

Con la giusta disposizione delle masse non vedo problemi particolari di trazione e, come hai scritto, solo la geometria dello sterzo deve essere verificata attentamente prima di procedere con la fase realizzativa.

Davvero buona l'idea di partire dall'ottimo lavoro svolto da Marco con il suo Tamber e migliorarlo la dove è possibile.

Inoltre, anche se il tuo progetto è molto diverso, puoi provare a trarre qualche spunto da qui: https://www.velobenaco.com/ (cabriovelo)

Attendo con impazienza altri dettagli perchè sono convinto che riuscirai a realizzare un ottimo mezzo.

Buon lavoro! :-)

MINO_73 ha detto...

@bitzo
La geometria reV intesa come posizione reciproca di ruota / sedile / pedali non è applicabile qui, per il fatto che nasce per stare in equilibrio su due ruote, in particolare ruote con bassissimo attrito di rotolamento e quindi grandi. Il baricentro sale molto in alto con queste caratteristiche, col risultato che finché ci si inclina in curva tutto ok, ma su un trike si finirebbe troppo facilmente con una spalla per terra. In realtà la caratteristica importante della geometria reV è legata all'altezza della seduta rispetto ai pedali, ed è una caratteristica presente anche sul Tamber; nelle mie intenzioni vorrei cercare di mantenerla anche sul nuovo progetto.

@EBS
Grazie, lusingato di tutti questi complimenti, che spartisco volentieri con Marco senza il quale non avrei osato nemmeno considerare questa architettura. Non nascondo che mi frulla sempre per la testa il desiderio di realizzare un quadriciclo destinato a un uso molto più... sportivo non è la parola giusta, perché in campo ciclistico evoca prestazioni velocistiche a base di quadricipiti, direi piuttosto un uso dove la guida sprint su tutti i terreni sia la maggior fonte di soddisfazione. Ma ogni cosa a suo tempo, quindi torno subito su questo delta, che sarà un bell'impegno, con la speranza di riuscire a centrare tutti gli obiettivi principali che mi sono posto.
Grazie del riferimento al Cabriovelo; l'avevo già visto, non poteva sfuggire nelle ricerche fatte riguardo a realizzazioni analoghe! Prodotto interessante, di cui ho inizialmente pensato che fosse troppo instabile, ma forse andrebbe rivalutato; la trazione muscolare posteriore penalizza un po' la resa, tuttavia con una carena rigida e le sospensioni dichiara 45 kg... rispetto a proposte analoghe è piuttosto leggero. La mia speranza è non superare i 40 kg con due posti e carenatura integrale... Non sarà facile, ma ci proviamo!